Uae Team Emirates, De la Cruz: “Spero di trovare lo spazio che avevo in Quick-Step. Farò Giro e Vuelta”

David de la Cruz è pronto per la sua nuova avventura. Il nuovo acquisto della Uae Team Emirates vuole lasciarsi alle spalle i due anni non particolarmente esaltanti alla Ineos, in cui non è riuscito a effettuare il decisivo salto di qualità. Arrivato con grandi speranze nello squadrone britannico, lo spagnolo ha colto soltanto due successi in altrettante annate, l’ultimo dei quali nella tappa conclusiva della Parigi-Nizza 2018. Ormai più di un anno e mezzo fa, a conferma delle difficoltà riscontrate e del poco spazio nel team. La formazione emiratina, che pure al suo interno conta diversi scalatori, dovrebbe concedergli qualche chance in più, soprattutto nelle competizioni di una settimana o come libero battitore in alcuni Grand Tour.

Il classe ’89 ha parlato dei suoi due anni con la Sky, poi diventata Ineos, in un’intervista concessa al portale Ciclo21: “L’Uae è un’ottima squadra e spero di trovare lo spazio che mi veniva concesso alla Quick-Step. Si potrebbe pensare che io mi penta di essere andato alla Ineos perché non è andata come speravo, ma se non avessi corso per loro mi sarei sempre chiesto cosa sarebbe successo se avessi accettato. Da fuori è la squadra di riferimento a livello mondiale. Tutto il mondo vuole andarci e tutti vogliono sapere come funzione. Se hai l’opportunità di andarci, devi sfruttarla. Poi può andare male o no, ma ho imparato molte cose”.

Lo spagnolo ha poi ricostruito alcuni dei problemi avuti nelle due stagioni, che non gli hanno permesso di rendere nel migliore dei modi: “Nel 2018 ho tenuto un buon livello nella prima parte dell’anno, sono andato male alla Vuelta, anche se stavo bene. Nel 2019 ero infortunato nelle corse in cui speravo di far bene. Ma non me ne pento, non servirebbe a nulla. Comunque è stata una buona esperienza”.

De la Cruz ha poi spiegato le motivazioni che lo hanno portato a scegliere l’Uae Team Emirates: “Matxin è stato un elemento chiave per la mia scelta della Uae. Mi ha detto le parole che avevo bisogno di sentirmi dire, mi ha mostrato fiducia e mi ha trasmesso molta motivazione per l’anno prossimo. Arrivo in una squadra con corridori dalla qualità esagerata. Se corro insieme a Pogacar e lui va come alla scorsa Vuelta è normale che debba mettermi al suo servizio. Ma c’è anche l’opzione che io abbia il mio spazio, alla Ineos non lo avevo perché tanti corridori hanno le mie stesse caratteristiche”.

Infine lo scalatore ha rivelato il suo calendario per la prossima stagione, non tralasciando il sogno di partecipare a Tokyo 2020: “Nel mio programma sono presenti Giro e Vuelta. Ma si sa che le cose possono cambiare durante l’anno. Per i Giochi olimpici dipenderà dal selezionatore. Per me sarebbe un sogno. Prima di andare in bici facevo atletica, quindi i miei idoli erano corridori, non ciclisti. Quando fai atletica e hai sedici anni, cosa sogni per il futuro? I Giochi olimpici. un ciclista sogna il Tour, ma per me le Olimpiadi sono il massimo. E per farli il Tour non sarebbe la preparazione ideale”.

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